In un passo significativo verso la sostenibilità energetica, il Politecnico di Torino ha ricevuto un finanziamento di 1,88 milioni di euro dal Ministero dell'Università e della Ricerca (MUR) per sviluppare una tecnologia innovativa. Questa iniziativa, finanziata attraverso il Fondo Italiano per le Scienze Applicate (FISA), mira a promuovere l'avvicinamento tra ricerca fondamentale e industriale, favorendo lo sviluppo di batterie al potassio con prestazioni comparabili a quelle al litio. Il progetto, denominato GREEN2MOVE, sarà guidato dal docente Federico Bella e avrà un impatto significativo sullo stoccaggio stazionario dell’energia prodotta da fonti rinnovabili.
Nel cuore dorato dell'autunno, il Politecnico di Torino ha inaugurato un ambizioso programma chiamato GREEN2MOVE – Green potassium batteries manufacturing processes: towards sustainable gigafactories. Questo progetto, che ha avviato le sue operazioni il 1° novembre 2024, è diretto dal professor Federico Bella del Dipartimento Scienza Applicata e Tecnologia. Il suo obiettivo principale è sperimentare e portare alla produzione industriale una nuova tecnologia di batterie al potassio, offrendo performance simili a quelle delle batterie al litio, attualmente tra le più avanzate nel mercato per lo stoccaggio energetico.
Il progetto si distingue per la sua sostenibilità ambientale. Utilizzando elementi facilmente reperibili come il potassio, GREEN2MOVE prevede l'uso di biomasse ricavate dagli scarti industriali per la produzione dei componenti delle batterie. Inoltre, i processi produttivi saranno eseguiti in ambiente acquoso, riducendo notevolmente l'impatto ambientale rispetto ai solventi liquidi usati nelle batterie al litio. I componenti verranno progettati per facilitare il disassemblaggio e il riuso, contribuendo ulteriormente alla sostenibilità.
Il finanziamento di quattro anni servirà a migliorare gli impianti di ricerca del Politecnico, acquisendo nuovi macchinari per la produzione e lo studio delle prestazioni delle batterie. Le infrastrutture dedicate alla ricerca saranno ampliate sia nella sede centrale dell'Ateneo che presso il parco tecnologico Environment Park. Parte dei fondi sarà destinata alla creazione di un team multidisciplinare composto da dottorandi provenienti da diversi campi scientifici, fornendo loro competenze chiave per il futuro industriale europeo.
Le basi del progetto sono state consolidate grazie alle collaborazioni internazionali del Gruppo di Elettrochimica del Politecnico di Torino, tra cui il progetto Battery2030+, che ha permesso significativi progressi nella ricerca sulla tecnologia al potassio. Il progetto, che si concluderà nel 2028, coincide con l'obiettivo europeo di costruire gigafactory per la produzione di batterie entro il 2030. Il Politecnico di Torino sarà così in prima linea per supportare questa evoluzione industriale, mettendo al servizio delle fabbriche del futuro la propria tecnologia rivoluzionaria.
“Per la prima volta ci affacciamo a un progetto che unisce le nostre capacità consolidate di ricerca e sviluppo alla sfida del mondo industriale – commenta Federico Bella – Sostenibilità di processo, scale-up, e interazione con le aziende italiane saranno gli ingredienti fondamentali dai quali partiremo”.
Dal punto di vista di un osservatore, questo progetto rappresenta un passo cruciale verso un futuro più sostenibile e resiliente. La combinazione di ricerca avanzata e applicazioni pratiche può trasformare non solo l'industria delle batterie ma anche l'intero panorama energetico. Con il Politecnico di Torino in prima linea, l'Italia e l'Europa possono aspirare a una leadership globale nell'energia verde e sostenibile.
Nasce una nuova collaborazione tra due enti culturali prestigiosi che promettono di offrire nuove prospettive sulla scienza contemporanea. Questo accordo editoriale unisce la passione per la divulgazione scientifica con l’obiettivo di avvicinare il pubblico a temi sempre più complessi, attraverso contenuti curati e spazi dedicati alla ricerca. Il museo trentino e la rivista storica si impegnano a creare un ponte tra le scoperte del laboratorio e la vita quotidiana dei lettori, aprendo finestre su un mondo in continua evoluzione.
Il MUSE, uno dei musei scientifici più amati d'Italia, si associa a una delle riviste più autorevoli nel campo della divulgazione scientifica. Questo legame nasce dalla condivisione di valori comuni e dall'intento di rendere accessibile il sapere scientifico a un pubblico vasto. Entrambe le istituzioni mirano a creare un dialogo costante tra ricerca e società, mettendo a disposizione risorse ed esperienze che arricchiscano la comprensione del nostro pianeta.
Con oltre cinquant'anni di storia alle spalle, la rivista ha contribuito significativamente alla diffusione della conoscenza scientifica, pubblicando articoli di esperti di fama mondiale. Il museo, dal canto suo, ha accolto milioni di visitatori nei suoi dieci anni di attività, organizzando mostre e eventi che hanno ispirato generazioni di studenti e ricercatori. L’unione tra queste due realtà promette di amplificare il loro impatto culturale, offrendo nuovi strumenti per esplorare i misteri della scienza.
Questa partnership porterà benefici reciproci, permettendo ai lettori della rivista di immergersi nelle esperienze museali e ai visitatori del museo di approfondire i temi trattati nella rivista. Le due istituzioni si impegnano a condividere contenuti editoriali, creando spazi dedicati all'esplorazione di progetti di ricerca, esposizioni temporanee e iniziative speciali. L'obiettivo è quello di stimolare un interesse duraturo verso la scienza e la tecnologia, attraverso una comunicazione chiara e coinvolgente.
Dalla primavera 2024, questa collaborazione aprirà nuove opportunità per il pubblico, con agevolazioni sugli abbonamenti e un programma di attivazioni congiunte. I responsabili di entrambe le istituzioni hanno sottolineato come questa alleanza rappresenti un passo importante per rafforzare il ruolo sociale della scienza. Il direttore del museo e quello della rivista hanno espresso la loro soddisfazione per questo nuovo capitolo, che vedrà le due realtà lavorare insieme per promuovere una cultura scientifica più inclusiva e dinamica.