In un passo significativo per la comprensione delle proprietà dell'acqua, una collaborazione internazionale ha sviluppato una tecnica innovativa che permette di osservare direttamente le interazioni molecolari. Questa ricerca, pubblicata su una prestigiosa rivista scientifica, ha rivelato nuovi dettagli sui legami a idrogeno in acqua liquida, superando le limitazioni delle simulazioni al calcolatore. Il team ha utilizzato la spettroscopia vibrazionale correlata per misurare con precisione gli effetti quantistici elettronici e nucleari, offrendo una visione senza precedenti del comportamento molecolare dell'acqua.
Nell'autunno dorato del 2024, una ricerca pionieristica guidata dalla Scuola di Ingegneria dell'Ecole Polytechnique Federale di Losanna (EPFL) ha portato alla luce dettagli mai visti prima sulle dinamiche molecolari dell'acqua. Grazie all'utilizzo della spettroscopia vibrazionale correlata, gli scienziati hanno potuto distinguere tra molecole interagenti e non interagenti, rivelando come le molecole d’acqua si comportano nei legami a idrogeno. Questo studio ha coinvolto istituti di ricerca di primissimo piano come il Consiglio Nazionale delle Ricerche di Messina, l'ICTP di Trieste, l’Ecole Normale Superieure di Parigi e la Queen’s University di Belfast.
L'innovazione principale risiede nel metodo di misurazione che usa impulsi laser brevissimi, nel campo femtosecondale, per creare oscillazioni di carica e spostamenti atomici nell'acqua. Questo processo genera schemi di dispersione luminosa che contengono informazioni cruciali sull'organizzazione spaziale delle molecole e sugli spostamenti atomici. Sylvie Roke, responsabile del Laboratorio di Biofotonica Fondamentale dell'EPFL, ha sottolineato come questo approccio abbia permesso di misurare direttamente la quantità di carica elettronica condivisa nelle reti di legami a idrogeno, superando i limiti delle tecniche tradizionali.
Inoltre, modificando il pH dell'acqua attraverso l'aggiunta di ioni idrossido o protoni, il team ha potuto quantificare per la prima volta la carica donata e accettata da queste reti, fornendo dati chiave per capire meglio le interazioni molecolari. Le simulazioni avanzate condotte su supercomputer hanno confermato questi risultati, aprendo la strada a nuove applicazioni in vari campi della chimica e della biologia.
Giuseppe Cassone, ricercatore del Cnr-Ipcf, ha evidenziato il potenziale di questa tecnica per studiare altre soluzioni, come quelle contenenti elettroliti, zuccheri, amminoacidi, DNA o proteine. La spettroscopia vibrazionale correlata promette di diventare uno strumento essenziale per esplorare i dettagli molecolari di qualsiasi sistema liquido.
Questo studio rappresenta un grande balzo avanti nella comprensione delle proprietà uniche dell'acqua, elemento fondamentale per la vita. La capacità di osservare direttamente le interazioni molecolari apre nuove frontiere nella ricerca scientifica, offrendo strumenti più precisi per esaminare le dinamiche dei fluidi e delle soluzioni. I risultati ottenuti possono avere implicazioni significative in diversi settori, dai materiali avanzati alle scienze della vita.
Nel cuore dell'autunno dorato, il Centro Ricerche ENEA di Frascati ha accolto la prima riunione del gruppo di lavoro del G7 dedicato alla fusione nucleare. Questo evento, nato dal precedente vertice del G7 su clima, energia e ambiente tenutosi a Torino, ha visto la partecipazione di esperti internazionali e rappresentanti governativi per discutere le sfide e le opportunità in questo campo cruciale. L'incontro ha evidenziato l'importanza della collaborazione globale e ha stabilito linee guida per accelerare lo sviluppo dei progetti di fusione nucleare. Inoltre, è stato sottolineato il ruolo chiave dell'Italia nel panorama internazionale della ricerca sulla fusione, con investimenti significativi e una ricca tradizione di eccellenza scientifica.
Il 4 novembre 2024, nella città romana di Frascati, si è svolta la prima riunione del G7 Working Group sulla fusione nucleare. Guidati da Gilberto Dialuce, presidente dell'ENEA e chair del G7 Energia, i partecipanti hanno visitato laboratori avanzati come il Divertor Tokamak Test e il Frascati Neutron Generator, dove sono state illustrate le tecniche di confinamento magnetico e inerziale. Nel pomeriggio, il Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica, attraverso Francesca Salvemini, ha inaugurato ufficialmente la sessione, che ha incluso interventi da parte di leader politici e tecnici provenienti dai Paesi del G7, dall'Unione Europea, dall'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica (IAEA) e dall'Agenzia Internazionale dell'Energia (IEA).
Dialuce ha enfatizzato l'eccellenza della scuola italiana di fisica e ingegneria per la fusione, notando che molti specialisti formati in Italia occupano posizioni cruciali in laboratori globali. Ha anche evidenziato il significativo contributo italiano al programma europeo di fusione, finanziato con oltre 800 milioni di euro negli ultimi dieci anni. Il gruppo di lavoro ha identificato priorità future, tra cui lo scambio di best practice, la definizione di criteri per gli impianti di fusione e la promozione della collaborazione pubblico-privata per favorire gli investimenti privati.
L'incontro del G7 Working Group si è svolto poco prima dell'incontro ministeriale inaugurale del World Fusion Energy Group, previsto per il 6 novembre presso il Ministero degli Affari Esteri. Organizzato congiuntamente dall'Italia e dalla IAEA, quest'ultimo evento vedrà la partecipazione di ministri e rappresentanti politici da tutto il mondo, insieme ai principali attori industriali impegnati nella realizzazione della produzione su larga scala di energia da fusione.
Secondo il ministro Gilberto Pichetto Fratin, questa serie di incontri dimostra l'impegno concreto dei Paesi del G7 verso una maggiore cooperazione internazionale nell'energia da fusione, un passo essenziale verso un futuro energetico più sostenibile.
Da un punto di vista giornalistico, questi eventi segnano un momento storico nella ricerca sulla fusione nucleare. La fusione rappresenta non solo una promessa per risolvere le sfide energetiche globali ma anche un esempio di come la collaborazione internazionale possa portare a risultati trasformativi. È chiaro che, affrontando queste sfide insieme, le nazioni possono accelerare il progresso scientifico e tecnologico, aprendo la strada a nuove possibilità per il benessere umano e l'ambiente. L'Italia, con la sua lunga storia di eccellenza scientifica, sta giocando un ruolo fondamentale in questo processo, dimostrando ancora una volta la sua leadership nel campo della ricerca energetica.