Il concetto di autarchia alimentare è cruciale nelle esplorazioni spaziali. Il progetto MICROx2 rappresenta un passo significativo verso questo obiettivo, offrendo soluzioni innovative per ridurre la dipendenza dai rifornimenti terrestri. Con l’ausilio di centri di ricerca come il Laboratorio Agricoltura 4.0 dell’ENEA, sono stati sviluppati sistemi biorigenerativi che non solo ottimizzano l’utilizzo delle risorse limitate ma anche migliorano la qualità del cibo prodotto.
Gli impianti di coltivazione hi-tech integrano irrigazione avanzata e illuminazione LED controllate da un sistema smart. Queste tecnologie assicurano un monitoraggio costante delle piante, facilitando la crescita ottimale in ambienti estremi. Le informazioni raccolte vengono utilizzate per migliorare continuamente i processi di coltivazione, adattandoli alle specifiche esigenze delle missioni spaziali.
Le sfide poste dalla gravità alterata e dai raggi cosmici richiedono soluzioni ingegnose. Per affrontarle, il team di ricerca ha introdotto tecniche di coltivazione fuori-suolo, come l'idroponica e l'aeroponica. Questi metodi permettono di massimizzare l’utilizzo di acqua, fertilizzanti ed energia, risorse preziose in uno spazio limitato. Inoltre, l’attenzione alla sicurezza alimentare è prioritaria, garantendo che ogni elemento prodotto sia di alta qualità e sicuro per il consumo umano.
L’integrazione di queste innovazioni consente di contrastare gli effetti negativi dell’ambiente spaziale sui corpi degli astronauti. La produzione di ortaggi ricchi di fitonutrienti offre benefici notevoli per la salute, migliorando la resistenza fisica e mentale dei membri dell’equipaggio. Questo approccio contribuisce significativamente alla sostenibilità delle missioni, riducendo la necessità di rifornimenti frequenti da Terra.
Le tecnologie sviluppate all’interno del progetto MICROx2 aprono la strada a nuove frontiere nell’esplorazione spaziale. Con l’aumento della durata delle missioni, diventa essenziale trovare modi per mantenere l’autosufficienza alimentare. Le soluzioni proposte da ENEA e dai suoi partner promettono di essere cruciali per preparare l’umanità a viaggi sempre più ambiziosi, oltre la bassa orbita terrestre.
I prototipi realizzati nel campo dell’agrospazio saranno esposti al New Space Economy Expoforum, evento che si terrà a Roma dal 16 al 18 dicembre 2024. Questa mostra rappresenta un’opportunità unica per mostrare al pubblico le potenzialità delle tecnologie agricole spaziali e sensibilizzare sulla necessità di investire in questo settore. La ricerca continua a spingere i confini della scienza, aprendo nuove possibilità per il futuro dell’umanità nello spazio.
La Giornata Nazionale dello Spazio, istituita dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, celebra il progresso scientifico e tecnologico ottenuto grazie alla ricerca spaziale. Questa giornata ricorda il lancio del primo satellite artificiale italiano, il San Marco 1, nel 1964. Oggi, il progetto MICROx2 è parte integrante di questa eredità, dimostrando come l’innovazione italiana possa contribuire al benessere globale.
L’impegno del Laboratorio Agricoltura 4.0 dell’ENEA non si ferma alle conquiste spaziali. Il laboratorio promuove la transizione agro-ecologica e digitale delle imprese agricole, salvaguardando gli agroecosistemi e incrementando la resilienza ai cambiamenti climatici. Grazie a questi sforzi, l’Italia mantiene un ruolo di primo piano nella ricerca e nello sviluppo di soluzioni sostenibili per il futuro dell’agricoltura e dell’esplorazione spaziale.
I ricercatori dell'Università di Pisa hanno sviluppato una tecnologia innovativa che sfrutta nanostrutture in silicio per convertire il calore in energia elettrica. Questo dispositivo, integrabile su chip, può alimentare dispositivi a bassa potenza senza l'uso di batterie, riducendo costi e inquinamento. Inoltre, la ricerca ha dimostrato che le tecniche di nanostrutturazione possono triplicare l'efficienza del silicio nella produzione di energia, aprendo nuove possibilità per applicazioni industriali e ambientali.
L'Università di Pisa ha realizzato un chip in silicio capace di trasformare il calore in energia elettrica, risolvendo uno dei problemi principali della tecnologia attuale. Mentre i chip tradizionali consumano energia per funzionare, questo nuovo dispositivo produce energia sfruttando superfici calde come il corpo umano o apparecchiature che si riscaldano durante l'uso. Questa scoperta permette di alimentare dispositivi a bassa potenza senza ricorrere a batterie, che sono costose e difficili da gestire alla fine del loro ciclo di vita.
Giovanni Pennelli, docente al Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione, spiega che questo chip può essere utilizzato ovunque sia necessario fornire energia a dispositivi elettronici con requisiti di potenza contenuti. Elisabetta Dimaggio, ricercatrice del dipartimento, evidenzia l'importanza di questa tecnologia per abbattere costi e inquinamento nei contesti industriali. Il dispositivo termoelettrico non solo genera energia, ma può anche essere impiegato per raffreddare superfici surriscaldarsi, come in grandi data center. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista "Small" e condotta in collaborazione con IMB-CNM, CSIC di Barcellona.
La ricerca continua del gruppo di ingegneri elettronici ha portato a ulteriori progressi nell'uso del silicio per la produzione di energia verde. Collaborando con università internazionali, gli studiosi hanno dimostrato che le tecniche di nanostrutturazione possono aumentare significativamente l'efficienza del silicio. Antonella Masci, dottoranda, ha mostrato che tali metodi non solo riducono la conducibilità termica migliorando l'efficienza di conversione, ma permettono anche di ottenere maggiore energia dal calore residuo.
Sergio Saponara, direttore del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione, sottolinea l'importanza di queste ricerche per supportare la transizione digitale secondo i principi dell'industria 5.0. Il laboratorio FoReLab del dipartimento sta lavorando su nuove generazioni di dispositivi ICT adattivi ed ecologici, che sfruttano architetture innovative e materiali nanostrutturati per ottimizzare le prestazioni in base alle condizioni di utilizzo e alle esigenze industriali emergenti. Questi avanzamenti promettono di rivoluzionare il modo in cui produciamo e consumiamo energia in vari settori.