Nel mondo contemporaneo, il cambiamento climatico e la perdita di biodiversità richiedono soluzioni radicalmente diverse. L’approccio proposto da Schmickl e Romano suggerisce di abbandonare l’idea di controllare la natura e di adottare invece metodi che favoriscano la sua integrazione con la tecnologia. Questa sinergia può offrire nuove opportunità per comprendere i sistemi ecologici complessi e promuovere pratiche sostenibili.
Le interazioni tra organismi viventi e macchine possono generare proprietà emergenti utili per la gestione ambientale. Ad esempio, la collaborazione tra robot e insetti ha dimostrato di poter migliorare significativamente la raccolta dati ambientali, fornendo informazioni preziose per la protezione degli ecosistemi. Queste sinergie non solo contribuiscono a preservare la natura, ma ispirano anche nuove soluzioni ingegneristiche basate sui principi biologici.
L’interazione tra robot e animali può essere vista come una risposta alle emergenze ambientali che affliggono il pianeta. Gli studi condotti dagli scienziati europei evidenziano come tali collaborazioni possano affrontare problemi complessi in modo più efficace. Le specie animali, grazie al loro comportamento naturale, possono essere guidate dai robot per compiti specifici, come il monitoraggio di habitat o la gestione delle specie invasive.
Questi sistemi ibridi combinano le capacità dei robot con quelle degli animali, creando soluzioni superiori rispetto a ciò che ciascuno potrebbe fare separatamente. Ad esempio, nel progetto europeo ‘SensorBees’, le api collaborano con arnie robotiche per supportare la stabilità degli ecosistemi e proteggere gli impollinatori. Questi approcci integrati non solo migliorano la resilienza ecologica, ma offrono anche strumenti per mitigare gli effetti negativi delle attività umane sugli ecosistemi naturali.
Il BioRobotic Ecosystems Lab, diretto da Donato Romano, è all’avanguardia nella ricerca su questi temi. Il laboratorio sviluppa soluzioni innovative per monitorare, proteggere e gestire gli ecosistemi. Tra i progetti più rilevanti, si segnala l’apprendimento sociale negli insetti, che utilizza informazioni sociali fornite da robot biomimetici per produrre risposte comportamentali specifiche. Questo approccio consente di ottenere risultati che sarebbero impossibili con metodi tradizionali.
Un altro esempio significativo è il sistema bioibrido per il monitoraggio acquatico, che risponde ai cambiamenti ambientali, all’inquinamento e al riscaldamento globale. Questo sistema combina sensori biologici con intelligenza artificiale per fornire una sorveglianza continua e precisa. La collaborazione tra grillo domestico e intelligenza artificiale ha permesso lo sviluppo di un sistema collaborativo capace di raccogliere dati ambientali in tempo reale, offrendo strumenti essenziali per la gestione sostenibile delle risorse idriche.
La visione di Schmickl e Romano va oltre la semplice applicazione di tecnologie avanzate; mira a creare un futuro in cui persone, tecnologia e natura coesistano armoniosamente. L’integrazione di queste tre componenti offre strumenti potentissimi per affrontare le sfide ambientali. Ad esempio, la protezione degli ecosistemi può essere migliorata attraverso l’utilizzo di robot che collaborano con animali locali, permettendo una gestione più efficace delle risorse naturali.
Gli studiosi sottolineano l’importanza di coinvolgere la comunità scientifica e il pubblico nell’adozione di queste nuove strategie. La sensibilizzazione e l’educazione sono fondamentali per garantire che tali innovazioni vengano accolte positivamente e implementate in modo efficace. La collaborazione tra robot e animali rappresenta un passo importante verso un futuro sostenibile, in cui la tecnologia serve a preservare e migliorare l’ambiente naturale.
In un passo significativo per la comprensione delle proprietà dell'acqua, una collaborazione internazionale ha sviluppato una tecnica innovativa che permette di osservare direttamente le interazioni molecolari. Questa ricerca, pubblicata su una prestigiosa rivista scientifica, ha rivelato nuovi dettagli sui legami a idrogeno in acqua liquida, superando le limitazioni delle simulazioni al calcolatore. Il team ha utilizzato la spettroscopia vibrazionale correlata per misurare con precisione gli effetti quantistici elettronici e nucleari, offrendo una visione senza precedenti del comportamento molecolare dell'acqua.
Nell'autunno dorato del 2024, una ricerca pionieristica guidata dalla Scuola di Ingegneria dell'Ecole Polytechnique Federale di Losanna (EPFL) ha portato alla luce dettagli mai visti prima sulle dinamiche molecolari dell'acqua. Grazie all'utilizzo della spettroscopia vibrazionale correlata, gli scienziati hanno potuto distinguere tra molecole interagenti e non interagenti, rivelando come le molecole d’acqua si comportano nei legami a idrogeno. Questo studio ha coinvolto istituti di ricerca di primissimo piano come il Consiglio Nazionale delle Ricerche di Messina, l'ICTP di Trieste, l’Ecole Normale Superieure di Parigi e la Queen’s University di Belfast.
L'innovazione principale risiede nel metodo di misurazione che usa impulsi laser brevissimi, nel campo femtosecondale, per creare oscillazioni di carica e spostamenti atomici nell'acqua. Questo processo genera schemi di dispersione luminosa che contengono informazioni cruciali sull'organizzazione spaziale delle molecole e sugli spostamenti atomici. Sylvie Roke, responsabile del Laboratorio di Biofotonica Fondamentale dell'EPFL, ha sottolineato come questo approccio abbia permesso di misurare direttamente la quantità di carica elettronica condivisa nelle reti di legami a idrogeno, superando i limiti delle tecniche tradizionali.
Inoltre, modificando il pH dell'acqua attraverso l'aggiunta di ioni idrossido o protoni, il team ha potuto quantificare per la prima volta la carica donata e accettata da queste reti, fornendo dati chiave per capire meglio le interazioni molecolari. Le simulazioni avanzate condotte su supercomputer hanno confermato questi risultati, aprendo la strada a nuove applicazioni in vari campi della chimica e della biologia.
Giuseppe Cassone, ricercatore del Cnr-Ipcf, ha evidenziato il potenziale di questa tecnica per studiare altre soluzioni, come quelle contenenti elettroliti, zuccheri, amminoacidi, DNA o proteine. La spettroscopia vibrazionale correlata promette di diventare uno strumento essenziale per esplorare i dettagli molecolari di qualsiasi sistema liquido.
Questo studio rappresenta un grande balzo avanti nella comprensione delle proprietà uniche dell'acqua, elemento fondamentale per la vita. La capacità di osservare direttamente le interazioni molecolari apre nuove frontiere nella ricerca scientifica, offrendo strumenti più precisi per esaminare le dinamiche dei fluidi e delle soluzioni. I risultati ottenuti possono avere implicazioni significative in diversi settori, dai materiali avanzati alle scienze della vita.