Nel contesto del riscaldamento globale, il Mediterraneo sta subendo una trasformazione che minaccia la biodiversità unica di questo mare. Un esempio emblematico è la crisi che colpisce la Pinna nobilis, il più grande mollusco bivalve della regione. Da quando un'epidemia ha decimato le sue popolazioni nel 2016, questa specie si trova ora nella lista rossa IUCN come "in pericolo critico". L'aumento delle temperature marine e l'invasione di specie aliene stanno alterando l'ecosistema mediterraneo, mettendo a rischio non solo la sopravvivenza della Pinna nobilis ma anche l'equilibrio di interi habitat.
In un'autunno segnato da anomalie climatiche, il Mediterraneo ha registrato temperature superficiali record, superando i 28,9 °C. Questo cambiamento drastico ha accelerato la tropicalizzazione del mare, consentendo l'invasione di specie provenienti dal Mar Rosso e dall'Oceano Indiano. In questa nuova realtà, la Pinna nobilis, conosciuta anche come "nacchera di mare", si trova in una situazione disperata. Questo gigante dei fondali marini, capace di raggiungere altezze superiori al metro, svolge un ruolo cruciale nell'ecosistema, fornendo rifugio ad altre specie e contribuendo alla purificazione dell'acqua.
Dalla fine del 2021, un progetto europeo chiamato LIFE PINNA ha avviato un'ambiziosa missione per salvare la specie. Coordinato dall'Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente Ligure (Arpal) e supportato da partner pubblici e privati, il progetto prevede monitoraggio costante, allevamento in cattività e ripopolamento nelle aree protette. Recentemente, alcuni esemplari sono stati trapiantati dalla Laguna Veneta all'Area Marina Protetta di Capo Mortola, mentre altri hanno beneficiato di tecniche innovative come la stampa 3D per valutare l'idrodinamismo dei fondali. Nel laboratorio di Camogli, i biologi hanno ottenuto successi significativi nella fecondazione in cattività, aprendo nuove possibilità per la conservazione della specie.
Nonostante questi progressi, i ricercatori devono affrontare condizioni sempre più estreme. L'estate scorsa, l'esplosione della mucillagine nell'Adriatico ha rallentato l'avanzamento del progetto. Per migliorare le conoscenze e coinvolgere la comunità, è stata lanciata una campagna di Citizen Science che ha permesso di documentare numerosi individui vivi in tutta Italia. Parallelamente, LIFE PINNA promuove collaborazioni internazionali tra esperti di diverse discipline per sviluppare strategie innovative di conservazione.
Da un punto di vista giornalistico, questa storia rappresenta un monito sulla vulnerabilità degli ecosistemi marini di fronte ai cambiamenti climatici. La lotta per salvare la Pinna nobilis evidenzia la necessità di approcci multidisciplinari e collaborativi nella protezione della biodiversità. Il progetto LIFE PINNA ci ricorda che ogni specie, per quanto piccola o mal conosciuta, svolge un ruolo vitale nell'equilibrio naturale e merita la nostra attenzione e impegno per la sua preservazione.