Nel cuore del centro storico di Genova, martedì 10 dicembre 2024, si terrà la conferenza stampa per l'annuncio della nuova edizione del progetto “Start&Go”. Questo iniziativa mira a trasformare le idee innovative dei giovani creativi in imprese solide e sostenibili all'interno dell'universo dello spettacolo dal vivo. Il progetto offre formazione specializzata in gestione di progetti, comunicazione, ricerca di fondi e diritti d'autore. La sua finalità è rafforzare organizzativamente le compagnie teatrali under 30 e promuovere la loro integrazione nel panorama nazionale.
L'incontro al Palazzo Ducale rappresenta il punto di partenza per un viaggio che intende valorizzare le potenzialità creative dei giovani artisti. L'iniziativa è guidata dalla città di Genova e supportata da importanti figure del mondo culturale locale. Il programma prevede la selezione di sei progetti che riceveranno tutela e sostegno per sviluppare competenze chiave nella gestione delle risorse e nell'organizzazione degli eventi. Questo approccio mira a creare un ambiente propizio per l'emergere di nuovi talenti e per la crescita professionale nel campo dello spettacolo.
I giovani operatori avranno accesso a corsi specifici su project management, comunicazione strategica, fundraising e diritti d'autore. Queste competenze sono essenziali per garantire la sostenibilità economica e operativa delle nuove imprese culturali. Grazie a questo progetto, i giovani saranno in grado di acquisire strumenti pratici per affrontare le sfide del mercato del lavoro e contribuire alla dinamica evoluzione del settore teatrale italiano. Inoltre, l'iniziativa favorisce l'integrazione di nuovi soggetti nel circuito genovese, arricchendo la scena culturale locale con nuove prospettive e idee fresche.
La presenza di autorevoli personalità come Francesca Corso, Sergio Maifredi e Oliviero Ponte di Pino segna l'impegno del Comune di Genova e del Teatro Pubblico Ligure nel supportare la creatività giovanile. Questi leader del mondo culturale offriranno la loro esperienza e visione per orientare i giovani verso una carriera duratura nel settore dello spettacolo. L'incontro sarà anche un'opportunità per presentare i sei progetti selezionati, che rappresentano il futuro del teatro italiano.
Questo evento è più che una semplice presentazione; è un passo significativo verso la costruzione di un'economia culturale sostenibile. I giovani partecipanti avranno l'opportunità di interagire direttamente con esperti del settore, ricevere feedback preziosi e stabilire reti professionali cruciali per il loro successo futuro. Il progetto “Start&Go” non solo promuove la creatività, ma crea anche un ponte tra le generazioni, permettendo ai giovani di beneficiare della saggezza e dell'esperienza dei veterani del settore. L'obiettivo finale è quello di costruire un'economia creativa resiliente e dinamica, capace di prosperare nel contesto globale attuale.
Questo documentario esplora la poetica e il percorso quarantennale della Compagnia Marcido, presentando una visione unica del teatro estremista italiano. Attraverso interviste con i principali membri e scene di spettacoli, il film mette in luce la coerenza artistica e l'inventiva che hanno caratterizzato questa formazione. La proiezione sarà seguita da un incontro con i protagonisti, guidato dal curatore Oliviero Ponte di Pino.
Nel cuore di Roma, il videoritratto La nostra minima arte offre uno sguardo profondo sulla storia di una compagnia che ha plasmato il panorama teatrale italiano. Questa produzione documenta le origini, lo sviluppo e l'impatto della Compagnia Marcido, mostrando come abbia innovato il teatro attraverso interpretazioni originali dei classici letterari.
Il documentario si concentra sui pionieri Marco Isidori e Daniela Dal Cin, insieme ai loro collaboratori Maria Luisa Abate e Paolo Oricco. Le loro riflessioni rivelano un approccio teatrale che fonde scenografie visionarie con una vocalità distintiva. Questo mix di elementi crea uno stile unico, capace di trasformare i testi classici in esperienze sorprendenti e coinvolgenti per il pubblico contemporaneo. L'estetica dei Marcido emerge chiaramente attraverso le parole dei suoi creatori e le immagini degli spettacoli ripresi nel corso degli anni.
L'obiettivo del documentario è di celebrare la convergenza tra visionarietà scenografica e vocalità particolare che definisce il lavoro dei Marcido. Questo film cattura l'essenza del loro teatro, mostrando come ogni elemento contribuisca a creare un'opera d'arte complessa e unitaria. L'attenzione alla costruzione di uno stile drammatico sfaccettato, ma coerente, risulta evidente in ogni aspetto del lavoro presentato.
Marco Isidori descrive il processo creativo come una ricerca continua verso una comunicazione interumana più profonda. Il documentario rivela come questo obiettivo sia stato perseguito attraverso la reinvenzione di opere classiche, dando vita a rappresentazioni che superano i confini tradizionali del teatro. Le parole di Isidori e i ricordi dei colleghi offrono un ritratto intimo di una compagnia che ha sempre mirato a creare un legame autentico con il suo pubblico. Questa ambizione è ben catturata nel film, che racconta non solo i risultati raggiunti, ma anche i tormenti e le sfide affrontate lungo il cammino.
In un mondo in continua trasformazione, il teatro si è rivelato uno strumento potente per promuovere la consapevolezza sociale e l'inclusione. Questa riflessione nasce dall'esperienza di Diego Pileggi, un artista che ha dedicato anni alla ricerca teatrale, soprattutto nel contesto del carcere polacco. L'autore sottolinea l'importanza di una piattaforma di scambio di idee per stimolare nuove prospettive e affrontare le sfide quotidiane del lavoro teatrale. Il suo viaggio artistico lo ha portato a Wroclaw, dove ha collaborato con diverse compagnie internazionali e si è confrontato con un sistema teatrale diverso da quello italiano. Inoltre, attraverso il suo lavoro con Jubilo, ha sviluppato progetti significativi in ambienti non convenzionali, come i campi profughi e le prigioni.
Nel corso di tredici anni trascorsi in Polonia, Diego Pileggi ha esplorato approcci innovativi al teatro, specialmente in ambiti considerati marginali. Nel 2014, con il progetto "Storie di Taranta e di coltelli" a Wroclaw, ha iniziato a lavorare con gruppi vulnerabili, tra cui detenuti. Questa esperienza ha cambiato radicalmente la sua visione artistica, spingendolo a concentrarsi sulla necessità reale delle persone coinvolte. Nel 2015, attraverso il progetto "Unlocking" con Jubilo, ha affrontato numerose sfide imposte dalle autorità penitenziarie polacche, ma ha continuato a promuovere il teatro come mezzo di apertura e dialogo. Oggi, Pileggi riflette su come il teatro possa ritornare alle sue radici, diventando un atto politico e di costruzione della comunità.
Da un lato, sostiene la necessità di ripensare il rapporto dell'attore con il proprio mestiere, riaprendo domande e orizzonti di studio. Dall'altro, propone di costruire relazioni reali con la società, diventando elementi di cambiamento nella coscienza dei cittadini. Sottolinea l'importanza della pedagogia e dell'incontro con le nuove generazioni, invitando a un ritorno all'agorà teatrale, luogo inclusivo che accolga, inviti e apra domande.
Dal punto di vista di un osservatore, queste riflessioni sollevano importanti questioni sull'etica del lavoro teatrale e sul ruolo del teatro nella società contemporanea. La sfida sta nel creare processi artistici che vanno oltre la semplice rappresentazione, indagando personalmente e in relazione con l'altro. Pileggi invita tutti i professionisti del settore a porsi la domanda fondamentale: perché faccio teatro? Una domanda che ci obbliga a ricercare costantemente nuovi significati e scopi nel nostro lavoro.